HomeFARMACISperimentazione clinica dei farmaciDati su evobrutinib nella sclerosi multipla

Dati su evobrutinib nella sclerosi multipla

Merck ha presentato i dati di un’analisi post hoc di fase II su evobrutinib nella sclerosi multipla che ne dimostrano l’impatto sulle lesioni cerebrali associate all’infiammazione cronica del SNC.

Evobrutinib è un inibitore orale della Bruton-tirosin-chinasi, che penetra nel sistema nervoso centrale (SNC) dove mostra di ridurre significativamente le lesioni a lenta espansione (Slowly Expanding Lesions – SEL).

Le SEL sono lesioni croniche, attive, demielinizzate della sclerosi multipla (SM), considerate un indicatore precoce della progressione della SM. Le SEL sono infatti un potenziale risultato dell’accumulo del danno neuronale, in particolare della perdita assonale, e si verificano indipendentemente dall’infiammazione acuta associata alle lesioni Gd+.

Oltre alla misurazione del volume SEL, un altro metodo per misurare la progressione della malattia della SM è la valutazione dei livelli della catena leggera del neurofilamento del sangue (NfL).

L’analisi dello studio di Fase II ha valutato l’effetto del trattamento con evobrutinib sul volume di SEL dal baseline alla settimana 48.

Analisi dello studio di Fase II su evobrutinib nella sclerosi multipla (riduzione delle SEL)

Evobrutinib ha ridotto il volume di SEL rispetto al placebo in modo dose-dipendente mostrando l’effetto più alto con 75 mg due volte al giorno (p = 0,047).

In un’analisi di sottogruppo, l’effetto di evobrutinib sul volume di SEL è stato particolarmente evidente nei pazienti con malattia più avanzata.

Questi risultati, combinati con la riduzione delle lesioni Gd+ precedentemente osservate, suggeriscono che evobrutinib riduca la neuroinfiammazione sia acuta sia cronica le quali, insieme, portano a un peggioramento della disabilità.

Altri dati precedenti hanno mostrato che evobrutinib abbassa significativamente i livelli di NfL nel sangue già alla settimana 12, con livelli che rimangono ridotti fino all’ultima analisi a 24 settimane.

Analisi dello studio di Fase II su evobrutinib nella sclerosi multipla (dati NfL)

Nuovi dati relativi a un’altra analisi post-hoc dello studio di fase II dimostrano che alti livelli di NfL alla baseline erano predittivi di:

  • aumento di recidive,
  • aumento dell’attività delle lesioni alla risonanza magnetica.

La somministrazione di evobrutinib 75 mg una volta o due volte al giorno ha ridotto l’attività alla risonanza magnetica e le recidive rispetto al placebo e a evobrutinib 25 mg una volta al giorno per 24 settimane, anche in soggetti con SM più avanzata con alti livelli basali di NfL.

Questi risultati iniziali nei dati NfL combinati con i dati SEL continuano a mostrare il potenziale beneficio di evobrutinib sulla progressione della malattia.

Dati di sicurezza di evobrutinib

L’analisi dei dati di sicurezza integrati di evobrutinib provenienti da tre studi di fase II in 1083 pazienti con lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide e SM recidivante, ha valutato i dosaggi:

  • 25 mg o 75 mg una volta al giorno
  • 50 mg o 75 mg due volte al giorno

vs placebo.

Evobrutinib è stato in generale ben tollerato, con tassi di eventi avversi simili al braccio di controllo in base all’indicazione e in tutti gli studi.

Gli eventi avversi più comuni riportati sono stati:

  • infezioni del tratto urinario (9,5% vs 8,5% placebo),
  • rinofaringite (7,3% vs 5,5% placebo),
  • diarrea (6,2% vs 4,8% placebo),
  • aumento dell’alanina aminotransferasi (ALT) (2,9% vs 1,5% placebo).

L’aumento delle transaminasi epatiche è stato asintomatico e reversibile al momento dell’interruzione del trattamento.

Evobrutinib

Evobrutinib (M2951) è un inibitore orale altamente selettivo della tirosina chinasi di Bruton (BTK). BTK è coinvolta nello sviluppo e nel funzionamento di cellule immunitarie tra le quali linfociti B e macrofagi. Evobrutinib è progettato per inibire le risposte primarie delle cellule B (es. proliferazione e rilascio di anticorpi e citochine), senza influenzare direttamente le cellule T. Evobrutinib è in fase di sviluppo per studiare il suo potenziale come trattamento per la sclerosi multipla. Attualmente è oggetto di indagine clinica e non è approvato in nessun Paese.

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