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Budget impact della distribuzione per conto di ausili per il diabete in Lombardia

Uno studio pubblicato su Clinico Economics ha analizzato il budget impact dell'erogazione di presidi destinati ai pazienti diabetici in Lombardia effettuata secondo il regime DPC

Nei processi decisionali che riguardano l’erogazione dei servizi, gli enti regolatori o amministrativi dovrebbero evitare valutazioni parziali, contemplanti solo gli aspetti di bilancio finanziario di breve periodo. Sarebbe invece opportuno che si affidassero a metodi basati sui principi dell’Health technology assessment (HTA) e sugli strumenti di analisi decisionale a criteri multipli.

Lo afferma uno studio pubblicato su Clinico Economics che ha analizzato il budget impact del sistema di distribuzione assunto in Lombardia nel 2019 per l’erogazione di ausili e presidi destinati ai pazienti diabetici. Tale sistema era basato sul meccanismo di Distribuzione per Conto effettuato dalle farmacie grazie a un’apposita convenzione con Federfarma.

Diversi scenari

I ricercatori hanno confrontato il costo complessivo registrato nel 2018 (68.059.639 euro) con due ipotesi di distribuzione per conto, che prevedevano tempi diversi di messa a regime del sistema: la prima, prettamente teorica, prevedeva l’immediata messa a regime del 100% degli assistiti con diabete di tipo 2 (con esclusione degli assistiti in età 0-18 anni, le donne gestanti e i pazienti con microinfusore che proseguono nel consumo di ausili distribuiti in regime di convenzione); il secondo scenario (“più realistico”) ipotizzava l’immediato passaggio solo per il 60% degli assistiti.

Secondo i calcoli, nel primo caso il costo sarebbe stato di 58.772.346 euro, oltre 9 milioni di euro in meno rispetto allo scenario del 2018 (-13,6%). Di questi, il 54% (quasi 32 milioni) sono costi ancora legati alla distribuzione in regime convenzionato. Nel secondo caso, i costi calcolati ammontano a poco più di 60 milioni di euro, circa 8 milioni in meno del 2018. In questo caso, i costi legati al regime convenzionato sono pari a 43.813.256 (73%). Entrambi le ipotesi, dunque, evidenziano un risparmio rispetto all’anno precedente.

Confronto a parità di condizioni

I ricercatori hanno condotto un’ulteriore simulazione considerando uno scenario basato sulla distribuzione in regime convenzionato ma con una remunerazione alle farmacie definita secondo i provvedimenti emanati in occasione dell’introduzione del sistema DPC.

In questo caso, i costi in convenzione risulterebbero superiori al regime DPC, con un risparmio che oscilla tra 2.860mila euro (-4.6%) e 1.570mila euro (-2,5%), a seconda che si rapportino i costi con lo scenario a pieno regime o con la situazione a carattere progressivo.

Un’ulteriore analisi ha confrontato i costi di una singola determinazione nelle due ipotesi di distribuzione per conto e di distribuzione convenzionata per i soli pazienti diabetici di
tipo 2 (circa 66 milioni di determinazioni). Il costo in DPC è pari a 0,362 euro, inferiore del 20% al costo in convenzionata, pari a 0,496 euro.

dpc diabete lombardia
Costo per singola determinazione, a regime

Il valore per la società

Tuttavia, per definire la situazione ottimale dal punto di vista della società, occorrerebbe considerare anche gli impatti generati dalle diverse alternative su altri soggetti e verificare l’impatto in termini di valore perso o guadagnato dall’intera società.

Ad esempio, occorre considerare che i tempi di alcune gare non sono compatibili con le situazioni in rapido mutamento del mercato, il che potrebbe avere potenziali impatti negativi sul sistema industriale o causare la perdita dei vantaggi che una tecnologia innovativa può fornire.

Inoltre, andrebbero considerate le ricadute in termini di impatto clinico e organizzativo, come il consumo di risorse o l’ansia dei pazienti (soprattutto anziani) che devono sostituire il dispositivo, con il rischio di una riduzione nell’utilizzo degli apparecchi. Senza contare la volontà dei pazienti di poter scegliere liberamente il prodotto.

«Va rimarcato che quando l’ente regolatore di servizi e di prodotti sanitari assume scelte, è opportuno che operi valutazioni multidimensionali in un’ottica di medio-lungo periodo: concentrarsi solo sugli aspetti di bilancio (e di breve periodo) propri del servizio sanitario regionale […] comporta il rischio di leggere il benessere degli assistiti in modo parziale».

Modelli più corretti per valutare le tecnologie sanitarie (tecnologie, processi, prodotti) sono quelli focalizzati sull’adozione di criteri e di metodologie basate sui principi dell’Health technology assessment (HTA) per tener conto della multidimensionalità dell’utilità del paziente.

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