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La farmacia italiana nel IV Rapporto Federfarma-Cittadinanzattiva

Nel Rapporto Federfarma Cittadinanzattiva sulla farmacia italiana una descrizione accurata del quadro attuale e le proposte per affrontare nuove e vecchie criticità.

Sono 4 milioni i cittadini italiani che ogni giorno entrano in una delle quasi 20.000 farmacie del territorio.

Colpiscono i numeri contenuti nel IV Rapporto annuale sulla farmacia realizzato da Cittadinanzattiva in partnership con Federfarma.

Rapporto Federfarma Cittadinanzattiva: gli scenari

Il Rapporto Federfarma e Cittadinanzattiva sulla farmacia italiana si apre con un intervento del Presidente Marco Cossolo, che mette a fuoco le azioni da intraprendere perché la farmacia italiana prosegua nel suo cammino virtuoso e continui a crescere.

In primo luogo, è necessario lavorare per rendere definitive le acquisizioni ottenute durante la pandemia. Per raggiungere questo obiettivo, occorre puntare su un riconoscimento strutturale del ruolo della farmacia. In particolare per quanto riguarda le criticità del nostro tempo: cronicità, prevenzione, vaccinazioni, erogazione di servizi di primo e secondo livello.

In secondo luogo, sarà determinante incentivare i servizi di tele-assistenza e telemonitoraggio e coinvolgere la farmacia nei programmi di assistenza domiciliare. La partecipazione della farmacia non potrà limitarsi alla consegna a domicilio. Ma dovrà offrire un contributo al monitoraggio del paziente, in primis nella direzione dell’aderenza alla terapia e alle campagne di prevenzione.

In quest’ottica, assume un deciso rilievo anche la ricognizione farmacologica, soprattutto nei pazienti che effettuano frequenti passaggi da un setting assistenziale a un altro. Cossolo sottolinea come la farmacia possa offrire in questo ambito un contributo fondamentale per mantenere il paziente in salute, fornendo ai medici informazioni utili per adeguare le terapie. Una precisazione che trova fondamento anche nel DM 71, che in più passaggi evidenzia l’importanza di questo modello di farmacia ai fini della gestione dei pazienti cronici.

Sarà anche fondamentale definire percorsi formativi e di aggiornamento che prevedano momenti comuni per i vari operatori sanitari (medici, farmacisti, infermieri). Gli scopi sono quelli di stabilire un allineamento comune sui nuovi modelli organizzativi e i diversi ruoli e di mettere a punto protocolli di interventi condivisi che realizzino in favore dei cittadini una comunicazione fluida e coerente.

Cossolo auspica anche un cambiamento di mentalità nella gestione delle questioni di pertinenza della farmacia italiana.

È necessario superare l’ottica economicistica nell’affrontare i problemi della sanità, per passare a un approccio basato sull’analisi dei risultati e sui risparmi prodotti dagli investimenti sul farmaco e sull’assistenza territoriale a favore dell’intero comparto sanitario e della spesa delle famiglie (meno ricoveri, meno spostamenti, maggiore controllo delle patologie, migliore qualità della vita delle persone).

Marco Cossolo

Questo significa mettere a disposizione del servizio farmaceutico risorse adeguate per incentivarne il potenziamento e ridefinire il quadro normativo in maniera appropriata.

La farmacia rurale: quali opportunità di sviluppo

Secondo il Rapporto Federfarma Cittadinanzattiva, in Italia sono 7.200 le farmacie rurali, cioè situate in comuni o centri abitati con meno di 5.000 abitanti. Complessivamente assistono una popolazione di oltre 10 milioni di abitanti.

Perché continuino ad essere funzionali anche e soprattutto in ottica di servizio di prossimità è necessario che si dotino di risorse e attrezzature idonee a rispondere alla domanda locale di salute. Per questo alle farmacie rurali sono destinati specifici fondi del PNRR
(Missione 5 – Politiche di coesione), che verranno integrati da investimenti delle farmacie stesse.

A questo proposito Gianni Petrosillo, Presidente Federfarma-Sunifar, ribadisce i punti su cui è essenziale lavorare:

  • adottare soluzioni alla carenza di studi medici nei piccoli centri
  • trasferire alle farmacie rurali il pacchetto di farmaci e servizi che oggi i cittadini ottengono attraverso presidi pubblici spesso lontani da casa
  • migliorare la qualità dei collegamenti a internet, per permettere l’erogazione dei servizi digitali
  • superare le diseguaglianze nel trattamento economico delle farmacie (indennità di residenza, calcolo del fatturato SSN ai fini dell’applicazione delle agevolazioni economiche).

L’occupazione in farmacia

La farmacia italiana conta 90.000 addetti complessivi, di cui 67.000 dipendenti.

I farmacisti occupati ad un anno dalla laurea sono il 63% (con una media generale del 45,4%), a 5 anni l’86,4% (media 68,8%).

Di recente è stato ratificato dall’Assemblea Nazionale di Federfarma il CCNL dei dipendenti di farmacia privata, che rimarrà valido fino al 31 agosto 2024. Tra le principali novità:

  • gli adeguamenti salariali
  • l’istituzione della figura del quadro intermedio (Q2), un farmacista collaboratore con elevato grado di specializzazione, specifiche competenze tecnico professionali e che svolge attività di gestione di un preciso settore
  • l’attivazione dell’assistenza sanitaria integrativa in favore di tutti i dipendenti della farmacia.

La situazione economica

Il fatturato delle farmacie, così come descritto nel Rapporto Federfarma Cittadinanzattiva, è composto per il 57% circa da farmaci con ricetta. Tale quota di fatturato è in calo, soprattutto a seguito dei tagli apportati alla spesa farmaceutica convenzionata e alla maggiore diffusione dei medicinali equivalenti.

Durante le fasi peggiori della pandemia la tendenza in ribasso si è estesa anche al settore commerciale. Tuttavia, nel 2021 il fatturato ha ripreso a crescere, facendo registrare un incremento del +3,4% e raggiungendo in tal modo un valore di 24,438 miliardi di euro complessivi, così composto:

  • 8,9% farmaci senza ricetta
  • 16,7% notificati e integratori
  • 8,1% parafarmaco
  • 7,9% igiene e bellezza
  • 1,5% nutrizionale.

Nel 2021 il fatturato medio di ogni farmacia italiana è stato pari a 1.166.652 €.

Un’attività virtuosa, sotto tutti i punti di vista

La farmacia italiana è tra i soggetti più trasparenti dal punto di vista fiscale. I redditi dichiarati dalle farmacie risultano congrui quasi nel 90% dei casi, a fronte di una media del 66%.

Attraverso una serie di trattenute imposte a favore del SSN (sconto obbligatorio, pay-back, trattenuta aggiuntiva dell’1,82%) offre un contributo rilevante al contenimento della spesa pubblica, che nel 2021 è stato di 540 milioni di €.

A questo contributo diretto si aggiungono minori costi indiretti a carico del
SSN grazie alla diffusione dei medicinali equivalenti, alla fornitura gratuita di tutti i dati sui farmaci dispensati e all’attivazione della ricetta elettronica.

La distribuzione dei farmaci

La distribuzione tramite la farmacia di tutti i medicinali che non richiedono particolari cautele nella somministrazione permette uno scrupoloso monitoraggio di tutte le confezioni dispensate ai cittadini.

Ciò va a tutto vantaggio del livello di aderenza alla terapia, oltre ad agevolare il cittadino, che può ritirare i medicinali nella farmacia più comoda. I benefici della distribuzione per conto sono stati messi in grande evidenza proprio durante le concitate fasi della pandemia.

La spesa per farmaci acquistati dalle ASL nel 2021 ha raggiunto i 13,8 miliardi € (+0,3 miliardi rispetto al 2020). L’incremento della DPC (che occupa il 15% della quota di spesa) è pari all’11% e dovuto all’ampliamento del numero di farmaci erogati in farmacia nell’emergenza sanitaria.

Per quanto riguarda la DPC, gli obiettivi di Federfarma sono quelli di raggiungere l’uniformità delle condizioni di svolgimento del servizio e del consolidamento del servizio.

La e-pharmacy

La digitalizzazione delle farmacie ha raggiunto livelli elevati, che hanno permesso di raggiungere numerosi importanti obiettivi:

  • garantire il monitoraggio della spesa e dei consumi di farmaci e altri prodotti sanitari, anche nell’ottica del controllo dei costi e nel monitoraggio dell’aderenza alla terapia: a questo proposito sarà fondamentale l’attivazione rapida del dossier farmaceutico nell’ambito del FSE
  • agevolare il cittadino nell’accesso a prodotti e servizi, fra cui le prestazioni di telemedicina: l’utilizzo di un’unica piattaforma (SmartTelemedicine di HTN) fa sì che il network delle oltre 6.500 farmacie aderenti al progetto garantisca una migliore, più sicura e più agevole gestione dei dati
  • predisporre la ricetta dematerializzata, uno strumento che permette di ridurre i costi, di aumentare ulteriormente la trasparenza e di agevolare il cittadino
  • garantire la tracciabilità dei COVID test, aspetto di importanza non secondaria in tempi di pandemia.

Le prospettive future

Nelle conclusioni del documento, il Segretario Nazionale Federfarma e Presidente PGEU Roberto Tobia delinea le direzioni da seguire.

La principale, per le ragioni sopra dette, è quella del potenziamento degli strumenti digitali.

Occorrerà anche concentrarsi sul monitoraggio dell’andamento delle terapie e sul superamento del problema delle carenze, due questioni da sempre in agenda.

Un’importante obiettivo da perseguire è quello della sostenibilità della produzione e della distribuzione dei farmaci: in questo senso Tobia auspica un modello di farmacia non solo digitale, ma anche “green”.

Infine, non possiamo dimenticare il contrasto all’antibiotico-resistenza, ambito nel quale rientra anche la tracciabilità della distribuzione dei farmaci veterinari.

Una farmacia
europea, quindi, sempre più integrata nei sistemi
sanitari nazionali e collegata in rete con le altre
strutture sanitarie, sostenibile ed in grado di affrontare le sfide della sanità del futuro.

Roberto Tobia

 

 

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